Orari Messe

ORARIO FESTIVO 

8.00 – 9.00 – 10.30 – 12.00 – 18.00 – 19.30

ORARIO FERIALE 

7.00 (lun – ven dal 18 settembre)

8.00 – 9.00 – 19.00 (compreso il SABATO)

ROSARIO

18.30 – DOMENICA 19.00

CAPPELLINA S. GIUSEPPE
(STAZIONE TIBURTINA)

PRIMO VENERDÌ ORE 18.00 (tranne luglio ed agosto)
FESTIVI ORE 11.00 (tranne luglio ed agosto)

 

Vetrate istoriate

Vetrate istoriate

Nel 1960, in occasione del 25° anno della parrocchia, l’allora parroco Padre Agatangelo da Cuneo propose la realizzazione di due opere artistiche che, affiancate all’affresco di S. Ippolito, completassero l’abside della chiesa.
Si pensò a due personaggi francescani: Santa Chiara di Assisi e San Lorenzo da Brindisi, eminente figura dell’ordine, poco conosciuta ma che fu proclamato da Papa Giovanni XXIII dottore della chiesa l’anno precedente. Furono scelti i bozzetti di Franco Casetti realizzati poi su tela.
Vennero benedette il 23 ottobre 1960 dal Card. Luigi Traglia, Pro-Vicario per la diocesi di Roma, all’apertura delle attività del 25° anno parrocchiale.

La tela vuole ricordare San Lorenzo nel 1601 come cappellano militare al seguito dell’esercito cesareo nella battaglia di Albareale in Ungheria, dove spronò l’esercito contro i turchi di Maometto III.
Particolarità dell’opera è il colore della bandiera musulmana, storicamente verde, che l’autore ha voluto rossa, forse per rappresentare quella della nazione turca, o forse per evidenziare la lotta contro il comunismo durante il periodo della guerra fredda.

All’inizio degli anni ’60 si pensò di abbellire la chiesa rinnovando le finestre ad arco che corrono lungo le pareti laterali della chiesa. Si volle cioè sostituire i vetri di colore giallo (come il finestrone rimasto dietro le canne dell’organo) con delle vetrate istoriate policrome. L’opera, seguita da Padre Umberto Lovera, fu possibile attraverso donazioni di famiglie della parrocchia e venne affidata nel 1963 a Luciano Vinardi. Le vetrate furono terminate nel 1964 in occasione del 30° anno della parrocchia. Il lavoro consistette in:
– 20 finestre a arco che attraverso simboli rappresentano (in senso orario): “La Santità”, “La Grazia”, “Il divin Fuoco”, “L’Eucaristia”, “La legge di Dio”; i Consigli evangelici “Obbedienza”, “Castità”, “Povertà”; le virtù cardinali “Temperanza”, “Fortezza”, “Giustizia”, “Prudenza”; le virtù teologali “Fede”, “Speranza”, “Carità”; la Trinità “Padre”, “Figlio”, “Spirito Santo”; “I Simboli della Passione”, “Il Volto Santo”.
– 2 finestre circolari: “Il nome di Gesù”, “Il nome di Maria”.
Non abbiamo documentazione che ci spieghi il senso della loro disposizione che, scelto dall’allora parroco P.Agatangelo da Cuneo, sicuramente vogliono indicare un percorso spirituale in crescendo man mano che ci si avvicina all’altare.
Inoltre:
– 2 finestre grandi ad arco: “La cena di Emmaus”, posta sul lato destro del presbiterio; “S. Francesco e la natura” posta sul lato dell’altare di S. Francesco.
– 3 finestre ad arco poste sulle porte minori: “Janua Coeli”, “Domus Dei”, “Agnus Dei”.
Invece la finestra ad arco posta sulla porta centrale che rappresentava “Il simbolo francescano” (andata perduta negli anni ’90) era presente sin dalla costruzione della chiesa (1934).

Negli anni 2002-2004 l’allora parroco Don Ettore Parretti volle realizzare altre vetrate artistiche seppure su finestre secondarie.

Pio VI lo dichiarò beato nel 1873, Leone XIII lo canonizzò nel 1881, e Giovanni XXIII lo proclamò Dottore della chiesa nel 1959 col titolo di Doctor apostolicus.

“Eucaristia” vetrata istoriata cm 330×120 posta sul lato destro dell’altare sotto “La cena di Emmaus”.  L’opera intende formalizzare un messaggio di speranza. Il popolo degli uomini, solo e sperduto nel cosmo, imprigionato nelle trame sociali e psicologiche che lui stesso ha costruito e nei dubbi esistenziali che fanno parte della sua natura, si affolla attorno all’immagine centrale: le mani del sacerdote che spezzano l’ostia. L’ostia si dilata con movimenti curvilinei che vanno ad occupare la spaccatura nel reticolo ed espandendosi fino all’estremità del disegno, si fondono con il moto curvilineo dello spazio cosmico. La folla è rappresentata nella essenzialità delle fisionomie, volutamente priva di dettagli descrittivi. E’ il tema che lo impone, il tema “semplice” primordiale della vita e della morte. Per lo stesso motivo i colori sono forti: rossi intensi, sanguigni nella parte centrale che si diluiscono nei toni verso le estremità della composizione, fino a fondersi con i blu-violetti di un universo silenzioso e stellato. (Arch. M. Raffaella Caldani e Vassili Baltoyannis).

“Madre Teresa di Calcutta” vetrata istoriata cm 220×120 posta nel transetto sotto “S.Francesco e la natura”. Fu disegnata da una parente di Don Ettore.

12 vetrate istoriate cm 90×90 collocate nelle finestrelle di areazione della parte centrale della chiesa. I contenuti delle scene rappresentate sono ispirati alle “sette opere di misericordia corporale”, tema centrale dell’apostolato di Don Ettore, e ad alcune delle principali beatitudini. (Arch. M. Raffaella Caldani e Vassili Baltoyannis). I contenuti: “dar da mangiare agli affamati”; “dar da bere agli assetati”; “vestire gli ignudi”; “alloggiare i pellegrini”; “visitare gli infermi”; “visitare i carcerati”; “seppellire i morti”; “unità e trinità di Dio”; “S. Ippolito e l’apostolato di D. Ettore”; “beati i misericordiosi”; “beati gli afflitti”;

Don Ettore volle infine una nuova vetrata artistica sulla porta principale della chiesa, a sostituzione del “Simbolo francescano” andato perduto, dedicata a “Il volto di Cristo sofferente”.

Ecco uno schema della pianta della chiesa con la posizione delle vetrate.
(per vedere le immagini selezionare il titolo della vetrata)